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Strange World - Un mondo misterioso: analisi naturalistica del film

ITALIAN VERSION (Scroll down for english version) Non pensavo che su questo blog sarebbe comparsa la recensione di un film, eppure eccoci qua. Sto parlando di “ Strange World - Un mondo misterioso ”, film d’animazione diretto da Don Hall che racconta l’avventura della famiglia Clade. Per dare un po’ di contesto a chi non ha idea di cosa io stia parlando, cercherò di fare un breve riassunto: Searcher Clade è un padre amorevole che, da giovane, ha scoperto una nuova specie di pianta; essa può essere utilizzata come fonte di energia per alimentare la tecnologia di quello che per lui è l’intero mondo, “ Avalonia ”. Searcher si è impegnato attivamente nel miglioramento della società in cui vive attraverso la sua scoperta e, nel presente del film, è considerato una sorta di eroe dagli altri abitanti (tanto da avere una statua a lui dedicata). Negli anni successivi alla scoperta, vengono create estensive coltivazioni di questa pianta, chiamata “ Pando ”,  in modo da sfruttarne il massimo po

Mi piacciono i sassi! - Il mondo attraverso gli occhi di un naturalista

I naturalisti sono spesso visti come qualcuno che passa il proprio tempo a dare nomi latini a qualsivoglia essere vivente capiti a tiro… è così. 

Passeggiando tra i boschi è impossibile trattenere la soddisfazione di aver riconosciuto qualcosa che magari si è finora visto solo sui libri di testo e generalmente si vuole condividere questa soddisfazione, a costo di risultare saccenti.

Spesso però viene perso il contesto, le scienze naturali non sono una disciplina che si limita a classificare il mondo e a dare nomi buffi alle cose, le scienze naturali studiano il mondo e cercano di capire come funzioni.

Per un naturalista, dietro ad ogni nome non c'è solo un insieme di lettere, ma una storia incredibile da raccontare.

Riconoscere un larice non è solo assegnare un nome alla pianta, ma assegnare un'identità, un passato, un presente e un futuro a quel frammento di natura. 

Un larice (Larix decidua) a l'A de Bran, (1798 m), Val d'Anniviers

Cerco di spiegarmi meglio, proseguendo con l'esempio del larice: 

  • è una pianta, vuol dire che si comporta come tutte le piante: ha alcuni meccanismi per sopravvivere, altri per crescere, altri per comunicare e così via; è molto diversa da noi è già questo la rende interessante;
  • è una conifera, vuol dire che non è solo "una pianta", ma un certo tipo di pianta, ha una forma particolare, si riproduce con una certa modalità, ha necessità diverse da altri vegetali, eccetera;
  • perde le foglie durante la stagione fredda, questo è peculiare visto che è imparentata con i "sempreverde" ;
  • vive solo in certi habitat, questo vuol dire che la sua presenza è un indicatore dell'altitudine a cui ci si trova, della temperatura media, del tipo di suolo, eccetera; questa pianta da sola offre tantissime informazioni sull'ambiente che la circonda.

E così via, si potrebbe continuare ancora, andando sempre più nel dettaglio o nel complesso.

L'elenco dei punti sopra, inoltre, si riferisce solamente al presente, ma si potrebbe allargare lo sguardo al passato e al futuro; vi lascio qualche spunto di riflessione: 

  • Perché quella pianta si è evoluta in quel modo? 
  • Anche i suoi antenati erano così o è cambiata molto? 
  • Ha sempre vissuto in ambienti come questo o in passato ha colonizzato terre diverse? 
  • In che direzione sta andando la sua evoluzione? 
  • Tra 10 milioni di anni sarà ancora com'è adesso? 
  • I cambiamenti climatici in corso avranno qualche influenza?

Più si osserva quella pianta, più si trovano risposte, più vengono domande. La pianta in sé può anche essere abbastanza asettica, ma nasconde un mondo dentro di sé, senza contare che finora abbiamo parlato soltanto di esseri viventi perché sono per tutti più accattivanti, ma fidatevi quando vi dico che anche un anonimo sasso porta con sé tantissime considerazioni.

Quindi, quando qualcuno afferma di trovare affascinanti le rocce, non fermatevi alla superficie, provate a chiedergli perché gli piacciano così tanto e vedrete che anche l'oggetto più insignificante, contiene un'enciclopedia invisibile

Malachite, minerale carbonatico
Un grosso pezzo di malachite, un minerale, conservato in un museo

Possiamo paragonare un oggetto naturale ad un libro: il prodotto finale può essere più o meno bello, più o meno interessante, più o meno complesso, ma è comunque limitato. Se invece studiassimo la vita dell'autore, il contesto in cui ha vissuto, la corrente letteraria a cui appartiene, eccetera, improvvisamente il libro acquisirebbe migliaia di sfumature e ci si potrebbe addentrare sempre più per studiarlo e capirlo in modo più approfondito.

Certo, si può comunque godere di un bel libro senza conoscerne i retroscena, ma l'esperienza risulta mutilata. Conoscendone la storia, anche il libro più insignificante e noioso ottiene un significato e può insegnarci qualcosa, qualcosa che altrimenti sarebbe sicuramente sfuggito. 


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