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Strange World - Un mondo misterioso: analisi naturalistica del film

ITALIAN VERSION (Scroll down for english version) Non pensavo che su questo blog sarebbe comparsa la recensione di un film, eppure eccoci qua. Sto parlando di “ Strange World - Un mondo misterioso ”, film d’animazione diretto da Don Hall che racconta l’avventura della famiglia Clade. Per dare un po’ di contesto a chi non ha idea di cosa io stia parlando, cercherò di fare un breve riassunto: Searcher Clade è un padre amorevole che, da giovane, ha scoperto una nuova specie di pianta; essa può essere utilizzata come fonte di energia per alimentare la tecnologia di quello che per lui è l’intero mondo, “ Avalonia ”. Searcher si è impegnato attivamente nel miglioramento della società in cui vive attraverso la sua scoperta e, nel presente del film, è considerato una sorta di eroe dagli altri abitanti (tanto da avere una statua a lui dedicata). Negli anni successivi alla scoperta, vengono create estensive coltivazioni di questa pianta, chiamata “ Pando ”,  in modo da sfruttarne il massimo po

Anche le rape hanno una famiglia! Introduzione alla filogenesi: capire le relazioni di parentela tra le specie.

Ecco a voi Filippa la rapa e alcuni suoi parenti
Img: @Greendental

Propongo uno scenario: girando su YouTube o TikTok vi siete imbattuti in una creaturina molto, molto carina e vi piacerebbe saperne di più. Qual è il prossimo passo? Ovvio! Continuare a cercare altri video carini di quell’animaletto, in cui fa cose adorabilmente buffe, fino ad averne la nausea. 
Ad un certo punto vi rendete conto di aver sprecato tre quarti d’ora della vostra vita in questo loop infernale e provate a fare qualcosa di produttivo. 
Non ci riuscite perchè venite distratti dall’immagine mentale di quel musetto così carino e decidete di informarvi di più su di lui, magari cercando informazioni su Wikipedia! 
Mentre vi documentate sul tipo di alimentazione e di habitat di cui ha bisogno il vostro nuovo “oggetto” di interesse e progettate di portarne uno in casa vostra (scelta che può essere molto discutibile), vi è mai capitato di soffermarvi su questo tipo di tabella? 

Classificazione Petaurus breviceps
Img: https://it.wikipedia.org/wiki/Petaurus_breviceps


Vi siete mai chiesti cosa significhi? Proverò a darvi una spiegazione senza annoiarvi troppo.
Partiamo dal presupposto che su questo pianeta ci sono TANTI animali
Sì, certo, animali, ma non solo: ci sono anche TANTE piante.
E questo è ciò che interessa alla maggior parte delle persone; ci dimentichiamo però che esistono anche TANTI funghi, TANTI batteri, senza parlare di quelle cose strane come protisti e cromisti che nessuno si fila… e qui sto facendo un bel minestrone senza separare adeguatamente.
Il punto è: ci sono TANTISSIMI esseri viventi e noi, esseri umani, abbiamo la fissa di voler classificare tutto quello che ci capita a tiro.
Finché si tratta di un paio di animaletti, potremmo anche dare nomi a sentimento, ma qui bisogna procedere in modo sistematico.

Un bel giorno del Diciottesimo secolo, un signore di nome Linneo si sveglia e decide che si diverte proprio tanto a riordinare gli esseri viventi (in realtà anche altri ci hanno pensato prima di lui, ma è stato lui a fare il lavoraccio).
Propone un sistema, oggi conosciuto come “nomenclatura binomiale”, per dare il nome agli esseri viventi, in modo però da legarli ad altri esseri viventi simili a lui. 
“Binomiale” perché il nome che viene assegnato è composto da due parti:
  • un “genere”: una parola che raccoglie tutti i “fratelli”, un po’ come il nostro cognome;
  • un “epiteto specifico”: una parola che descrive un po’ di più quel preciso essere vivente, distinguendolo dai suoi fratelli.
Il genere e l’epiteto specifico associato, identificano una specie

Parlando del comune cavolo, ad esempio, abbiamo il genere “Brassica” e l’epiteto “oleracea”.
Appartenenti allo stesso genere però troviamo la rapa (Brassica rapa), la colza (Brassica napus), la senape (nome comune per più specie, come Brassica nigra o Brassica alba) e molte altre. 
Con il genere riusciamo a legare solo i fratelli, ma la nostra specie ha sicuramente dei parenti un po’ più lontani, questi li raccogliamo nella “Famiglia”.

Ci si può allontanare ancora, creando dei gruppi che racchiudono sempre più parenti, sempre più lontani tra loro: per fare questo si utilizza un sistema a matrioska, con categorie ben definite:
  • specie;
  • genere:
  • famiglia;
  • ordine;
  • classe;
  • phylum;
  • regno;
  • dominio.
Ogni categoria poi può essere ulteriormente divisa in sottocategorie: ad esempio, se volessimo riferirci con un termine solo a più di una famiglia in contemporanea, potremmo usare il termine “superfamiglia”, ma anche in questo caso bisogna fare attenzione a raccogliere soltanto le famiglie che sono più vicine tra loro e non famiglie a caso. Questa cosa, negli anni, è in realtà successa e ancora oggi raggruppiamo nella stessa famiglia, superfamiglia, ordine ecc, organismi lontani tra loro perché è difficile capire chi siano i veri parenti, tuttavia qui si apre un discorso molto più vasto e complicato che non è possibile affrontare in poche parole.

Finita la spiegazioncina teorica, perché questo è interessante?
Perché una determinata categoria tassonomica (così è chiamato un gruppo) è caratterizzata da alcuni elementi: conoscendo a quale categoria appartiene una certa specie, posso pensare che quella specie abbia gli elementi caratteristici della categoria a cui appartiene.

Faccio un esempio: il petauro dello zucchero appartiene all’infraordine dei Metatheria, ovvero i marsupiali… marsupiali come il canguro, infatti anche il petauro ha la famosa tasca addominale che permette ai piccoli di terminare lo sviluppo. I Metatheria sono caratterizzati dal marsupio, quindi tutti gli animali appartenenti a questo gruppo, avranno il marsupio.

Andando ad esplorare le categorie tassonomiche, si possono scoprire delle relazioni di parentela che non ci si aspettava. 
Ad esempio: le iene, nonostante possano ricordare un “cane” con il loro aspetto e modo di fare, appartengono ai Feliformia (sottordine che contiene anche i gatti) e non ai Caniformia.

Le foche invece sì, appartengono ai Caniformia, nonostante siano dei salsicciotti gommosi acquatici. 

La somiglianza è innegabile 
Img: https://www.beano.com/posts/dog-or-seal


Come si fa a scegliere quali specie siano più imparentate?
Di questo se ne occupa la filogenesi, che cerca alcune caratteristiche comuni e prova a risalire a quando queste siano comparse nella storia evolutiva degli organismi studiati.
Sembra facile, ma non lo è!

Prendiamo il classico esempio del delfino: sembra avere molte più caratteristiche in comune con i pesci (è acquatico, ha una forma idrodinamica, ha le pinne, non ha i peli, ecc…) quindi verrebbe da metterlo tra i pesci. Tuttavia, andando a vedere con più attenzione, si scopre che il delfino non fa le uova, partorisce ed è in grado di allattare: queste caratteristiche lo mettono nel gruppo dei mammiferi, nonostante manchi la somiglianza esteriore.

Pensiamo inoltre ai fossili: di ciò che era l’organismo originale rimane solo una traccia (magari le ossa, magari l’impronta del corpo, magari un dente, eccetera) e alcune caratteristiche che permettono la classificazione possono essere osservate solamente nell’ organismo in vita. Qui entrano in gioco studi approfonditi, comparazioni con organismi in vita, modellizzazioni e molto, molto altro, non basta assolutamente limitarsi ad osservare superficialmente.

Inoltre, un grande aiuto nello studio della filogenesi ci viene fornito dal DNA e dalle proteine, ma per i fossili antichi questi non sono disponibili (ancora niente Jurassic Park, mi dispiace).

Per questo motivo, man mano che si procede con gli studi, man mano che le tecniche analitiche diventano più sofisticate, man mano che si trovano nuovi reperti, si scopre che una specie è stata posizionata male e tutta la sua classificazione viene rivista. 

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